Stop alla musica, l’ultima nota stonata. E Balestitanic affonda

titanicC’è una parte dell’ordinanza che limita fortemente la musica in paese che fa ridere. Ma proprio ridere. È quando scrive che il provvedimento viene fatto nell’attesa che venga approvato il regolamento contro l’inquinamento acustico. Assurdo. Un paese che da anni aspetta il piano regolatore per favorire il giusto sviluppo del territorio, piano che è bloccato dai politici e dagli interessi dei loro amichetti. Un paese che aspetta il piano spiagge che è bloccato da chissà quali interessi. Un paese che vive alla giornata senza alcun piano di sviluppo. Però un giorno gli amministratori si alzano e dicono: basta con la musica o ti multo, ti chiudo il locale. Tanto le regole le stabilisco poi.

Proviamo a ragionare.

Il vero problema di questo paese è che non si capisce se sia carne o pesce. Se Balestrate fosse un paesino di residenti, dove accogliere al massimo turisti anziani che amano il silenzio, il provvedimento del sindaco sarebbe da premiare. Se invece Balestrate fosse meta di turismo giovane, allora il sindaco sarebbe da licenziare. Cosa è realmente Balestrate? Nessuno lo sa, nessuno lo ha deciso. E questo è un guaio perché qualunque decisione vedrà sempre qualcuno pronto a criticare.

E allora come facciamo a sapere se il provvedimento è giusto?

Semplice: si guarda ai risvolti economici. Se leggiamo l’ordinanza, ci accorgiamo che c’è scritto che serve a trovare il giusto equilibrio tra chi ha un’attività economica e chi ha il diritto alla vivibilità. Un diritto sacrosanto, ma chi sia ad averlo, questo diritto, non si capisce. Perché difficilmente un turista a luglio si reca in una località di mare e si affitta una casa in pieno centro abitato per avere il massimo silenzio. Quindi a chi possono dare fastidio le casse di un locale all’aperto in serata? A un residente? A un turista? Alle 23 le casse fuori da un locale danno fastidio? A mezzanotte? All’una, magari dicendo di iniziare a moderare il volume, trovando un’intesa per proseguire la festa?

La verità  è in politica le decisioni vengono attuate con atti amministrativi. Un atto come l’ordinanza contro la musica non fa altro che penalizzare i locali pubblici. Cioè se tu non dai lo spazio per mettere i tavolini nell’intera carreggiata, se poi dici al locale di non mettere casse fuori e limitare la musica dentro,  tu stai penalizzando quel locale, stai penalizzando chi paga le tasse, chi da lavoro in estate, chi sta creando quell’intrattenimento che tu, Comune, non sei in grado di dare perché non hai soldi.

E tu, Comune, penalizzi tutto ciò per favorire cosa? Il diritto alla vivibilità può e deve essere garantito con tante altre modalità e regole che si possono tranquillamente discutere con gli esercenti. Con regole concordate con tutti. Io penso al bordello che c’è a mare in estate e poi penso alla parola vivibilità e non mi pare che il Comune abbia mai preso provvedimenti.

Ma poi è questo modo di decidere le cose? Senza concordarle, senza discuterne prima con i commercianti, che magari nel frattempo hanno speso soldi per programmare l’estate, per dare acconti ai gruppetti musicali, organizzando il tutto in tempo, a differenza di un Comune che è allo sbaraglio per programmazione?

Attenzione, diciamoci francamente che questi regolamenti sono utili nelle località turistiche, anzi sono necessari perché se poi un residente fa una denuncia al sindaco perché non tutela la quiete pubblica, per il sindaco sono guai. E diciamoci francamente che i balestratesi dovrebbero tornare a essere padroni del loro paese e dettare regole di civiltà a tanti visitatori che vedono Balestrate come terra di conquista, sporcano, fanno i loro porci comodi e poi vanno via. Ma queste sono battaglie di civiltà che i politici devono portare avanti assieme ai giovani, assieme ai commercianti, non scrivendo ordinanze senza concordarle. Solo per accucchiare quattro voti. Alle prossime elezioni tanto non vi basteranno.