Le mani della mafia sulla villetta comunale di Balestrate, danno enorme al turismo

Sentire parlare i vertici dei carabinieri di cosca mafiosa balestratese fa paura. Perchè Balestrate storicamente è sempre stata una località di passaggio, mai centro reale di potere. Ma c’è dell’altro  che più spaventa, ed è quello che sta emergendo sull’ex Conchiglia. Un bene pubblico sulla cui gestione avrebbero messo le mani i boss.

La villetta comunale, che tutto il paese voleva restasse pubblica, perché pubblica era la sua origine e di proprietà del Comune, ha fatto sempre gola a molti. Perché storicamente quello è stato luogo di divertimento e fonte di guadagni. Più volte negli ultimi anni le amministrazioni hanno provato ad affidarla. La passata amministrazione era stata costretta a revocare la licenza dopo una serie di denunce dei residenti e per delle violazioni alle regole stabilite per la gestione. E sì, perché il Comune nell’affidare la gestione ha sempre fissato dei paletti che hanno reso meno appetibile la struttura dal punto di vista economico: il senso insomma era quello di valorizzare la struttura dal punto di vista culturale, sociale, come bene pubblico più che come esercizio commerciale.

Nel 2018 l’amministrazione Rizzo ci ha riprovato con un nuovo bando, i primi di giugno: il Movimento Cinque Stelle aveva sollevato alcuni dubbi perchè che dava solo 15 giorni di tempo per la consegna delle buste. La gara era andata inizialmente deserta.  Poi la riapertura e la partecipazione di una sola ditta, poi risultata vincitrice. Ad aggiudicarsi la gara è stata la ditta “Odori e sapori del Golfo” di Vicenzo Scalici che ha offerto un canone annuo di 5.280 euro, su un importo minimo a basta d’asta fissato in circa 4.000 euro, per una durata della concessione di cinque anni.

Solo un annetto dopo ed ecco accadere un altro  fatto anomalo. Perché nell’estate 2019, nella serata di Ferragosto, il gestore ha potuto organizzare un evento in grande stile, con ingresso tra i 15 e i 30 euro in base alla cena o serata danzante. E la villa era strapiena. Un affare sicuramente, perchè avrà incassato tanto rispetto all’importo della concessione. Eppure, il bando originariamente non avrebbe consentito tutto questo. L’evento è stato organizzato con una sorta di deroga.

Come abbiamo avuto modo di scrivere, il problema è politico e amministrativo, di correttezza. Il Comune prima ha detto che certe cose non si potevano fare e poi ha permesso di farle, prima ha stimato che il canone fosse giusto abbassarlo a una certa cifra e poi ha permesso di moltiplicare il valore della struttura. E giustamente chi non ha partecipato al bando, dopo si è mangiato le mani, perché a queste condizioni chiunque avrebbe partecipato e fatto un’offerta più alta.

Oggi arriviamo al dunque e siamo al caos. Il provvedimento che ha visto Alfonso Scalici finire in manette solleva inevitabilmente dubbi e timori. Il comandante della compagnia di Partinico, capitano Marco Pisano, come è giusto che sia sottolinea che “al momento non ci sono acquisizioni tali da poter individuare responsabilità all’interno dell’amministrazione”. Ma si premura a dire che “Scalici afferma di avere una serie di entrature privilegiate presso l’amministrazione di Balestrate, grazie alle quali conferma di essere in grado di poter orientare l’affidamento dei lavori della villa dandolo come cosa fatta”.

Le indagini sono ancora in corso, qualsiasi considerazione sarebbe rischiosa. Ma quanto emerso non può non sollevare interrogativi: se la durata della concessione era di 5 anni, cosa c’era in ballo adesso?
Il comandante spiega: “C’era stato un incontro con alcune persone interessate ad assumere la gestione di questa villa mediante la costituzione di un’associazione no profit che avrebbe dovuto prenderla in gestione. Per ora si trattava di un proposito”. Perchè si parla di mettere le mani sulla gara se già c’era un affidamento? E in che modo Scalici era pronto a intervenire? E sulla gara del 2018, dove c’è stata solo una ditta a presentarsi, e poi sulla “deroga” della scorsa estate, se così possiamo chiamarla, a Ferragosto, è lecito porsi delle domande?

La mattinata è trascorsa senza alcuna dichiarazione politica, non ci risulta alcuna dichiarazione. Eppure Balestrate sta subendo un danno d’immagine incalcolabile. Sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale battesse un colpo, gli strumenti in autotutela ci sono. Al momento, dopo il blitz dei carabinieri, la villetta è ancora gestita dalla Odori e Sapori del Golfo?

Attenzione, non si tratta di roba da poco. I carabinieri parlano di “una figura di collegamento fra il mandamento mafioso di Partinico e quelli trapanesi, fra l’area mafiosa palermitana e quella trapanese. A Scalici è stata inoltre riconosciuta una leadership criminale sul territorio ed era pianificatore ed esecutore di azioni mafiose, come estorsioni, traffico di stupefacenti e altri reati”. E sentire parlare di entrature privilegiate nella politica, sinceramente, preoccupa. Il danno d’immagine al paese, ripetiamo, è incalcolabile, ancora una volta si sta parlando di mafia in un paese turistico a livello nazionale. Non possiamo far finta di niente. La politica deve alzare la voce, la società civile deve farsi sentire. Se Balestrate ha ancora un’anima deve reagire, compatta, dalle scuole alle associazioni.