L’appello di Campo: “Ormai chi parla è visto come nemico, bisogna tornare a dialogare”

Le puntualizzazioni di Padre Francesco Giannola in merito alla manifestazione “Ciauru di mari” del 28 giugno mi hanno indotto a scrivere queste note anche per l’implicito riferimento a una specifica condizione dell’impegno sociale nell’attuale realtà balestratese.

Affermo: «Non si può non condividere la linearità delle osservazioni e dei rilievi di Padre Francesco Giannola, sia per l’aspetto specifico della Festa di San Pietro sia per i richiami di carattere generale».

Facendo questa affermazione, io mi sono posto agli occhi di alcuni come l’avversario se non il nemico di altri, persone, Associazioni, Istituzioni e altro. Se qualcuno si sta chiedendo cosa significa, sarò più chiaro.

Da tre anni sono in pensione per la professione che lo è stata per 45 anni e che negli ultimi venti ha polarizzato in maniera dominante la mia attività. In questi ultimi anni, ho avuto più tempo per volgere lo sguardo alle dinamiche sociali della nostra comunità, anche per le esperienze sociali di cui molti di noi avanti con l’età siamo stati attori nel passato.

Ho scoperto una realtà potenzialmente entusiasmante. L’impegno nel sociale di una moltitudine di persone e in settori diversi, con capacità progettuali, logistiche e realizzative notevoli, sino a raggiungere l’eccellenza in alcuni ambiti; molte di queste persone negli anni ’80-’90 erano poco più che adolescenti che con impegno hanno imparato bene e rapidamente. Negli anni ’70-’90, vivevamo in una realtà di impegno sociale numericamente più debole ma i diversi interessi riuscivano ad armonizzarsi tra di loro e ricordo che, a parte la presenza di fisiologici contradditori sociale e comunicativo, non ci sono mai state discordie tali da creare fronti contrapposti.

Se oggi abbiamo il privilegio di avere tante persone con competenze culturali e progettuali e con la voglia di impegnarsi, debbo anche rilevare che la comunicazione tra le diverse parti (Istituzioni, Associazioni, Enti, singole persone, ecc.) è degenerata a tal punto da creare veri e propri fronti che hanno logiche esclusivistiche e che hanno soppresso anche la dialettica formale, negando ogni possibile forma di collaborazione. È stato persino omologato un malinteso senso dell’amicizia per cui fare un rilievo sull’attività di un’amico può significare l’esclusione dal rapporto amicale, con una coercizione pseudo-ideologica non dichiarata ma attiva. O con me o contro di me, tutti contro tutti.

Nel caso specifico, nel mentre affermo di condividere le dichiarazioni di Padre Francesco, per alcuni lo faccio non perché razionalmente e culturalmente ne condivido lo spirito ma perché faccio parte di un “blocco” e quindi contrapposto ad altri “blocchi”. O altrimenti, per non esporsi ed essere neutrali, alcuni preferiscono la scelta di praticare un’equilibrismo strategico che poi si riduce all’umiliante silenzio.

Per questo ho sostenuto che la nostra realtà è solo potenzialmente entusiasmante.

Bisogna ritrovare, almeno nel volontariato e nell’impegno sociale, la via delle regole che deve garantire condizioni di civile convivenza.

Fare finta di niente serve solo a rendere più acuta la problematica. Bisogna, con umiltà, comprensione e intelligenza, tornare a dialogare e a costruire insieme percorsi per far crescere la nostra comunità. Gli eventi organizzati in maniera estemporanea, in assenza di dialogo, di consenso, di programmazione e di progettualità ragionata che guarda anche al futuro rimarranno, pur se ottimi, sempre eventi isolati del cui ricordo permarrà solo una flebile traccia. Bisogna pensare in grande, costruire insieme e mettere il cuore in quello che facciamo.

È chiaro che sono necessari il buon senso e l’impegno di tutti ma soprattutto del Primo cittadino e dell’Amministrazione comunale che devono assumere un meritorio ruolo attivo di promozione e di coordinamento, utilizzando strumenti già esistenti o inventandone altri, che sono propri del ruolo ricoperto e dovuto per essersi assunti la responsabilità di impegnarsi per la propria comunità.