Don Francesco bacchetta la politica, scoppia il caso della banda musicale

Don Camillo e Peppone in salsa balestratese? Non lo sappiamo, non sappiamo neanche se sia il caso di scherzarci sopra. Perché non eravamo in chiesa domenica scorsa, quando padre Francesco Giannola, dopo una breve omelia, ha tenuto tutti seduti sfogandosi e lasciando trasparire soprattutto tanta amarezza. Siccome secondo me è un episodio importante, proviamo a raccontarlo.

Per farla breve, il prete ha lamentato, a fronte di tanti sforzi fatti per la comunità, di essere stato più volte scavalcato e non coinvolto nelle scelte della politica e della società civile, delle associazioni. L’opposizione però insorge e sostiene che dietro ci siano situazioni ben più complesse, procedure probabilmente di erogazione contributi alle associazioni poco chiare: è per questo che don Francesco è così affranto?

Chi era presente racconta di un parroco visibilmente scosso. E il motivo lo ha raccontato lui stesso al termine della messa. Ha fatto sedere tutti e ha chiesto “un consiglio”, “come se fossi un figlio”. Ha ricordato tutti i suoi sforzi, il suo lavoro, i suoi sacrifici.  Tre sono le storie che ha citato per spiegare la situazione e riguardano la gestione dell’associazione Vincenzo Bellini, associazione parrocchiale, guidata fino a poco tempo fa da Vito Rizzo, sulle cui vicende il prete sarebbe stato tenuto all’oscuro. Non ha saputo nulla persino delle dimissioni di un componente. E nulla sarebbe stato detto a don Francesco riguardo alla mancata esibizione della banda per la prossima festa di San Giuseppe. E ancora, il prete ha fatto trasparire tristezza riguardo alla scenetta fatta al salone parrocchiale, che l’amministrazione vorrebbe replicare in piazza senza però che il sindaco ne abbia parlato col sacerdote. Altra nota dolente l’organizzazione della festa del san Giuseppe, con la congregazione che ha iniziato la raccolta fondi senza coinvolgere il sacerdote e dopo aver però parlato col primo cittadino.

Attenzione, badate bene, chi ha ascoltato il discorso sostiene che fosse diretto al sindaco, all’amministrazione, alle associazioni. Al contrario il prete ha fatto sapere che non era uno sfogo verso nessuno, era solo un discorso che riguardava la sua capacità di essere incisivo, significativo per il bene della comunità. Insomma, è stato frainteso. E ci può stare.

Insomma, ha detto don Francesco,  sforzi e sacrifici per la comunità sono stai importanti? Ha praticamente quasi chiesto ai fedeli conferma sul suo operato, quasi a dire “se non ho fatto abbastanza, se non sono gradito, io sono pronto a tutto”, non proprio queste le parole ma il senso, secondo qualcuno, è quello di grande sconforto. Abbiamo chiesto a don Francesco di spiegarci bene le sue parole, comunque dette davanti a una numerosa platea di fedeli, e attendiamo fiduciosi risposta. Abbiamo dato anche la nostra disponibilità al sindaco a una risposta, a un chiarimento, e restiamo sempre a disposizione.

Di certo, c’è che oggi si registra una spaccatura tra la parrocchia e l’amministrazione. E l’opposizione, Balestrate Partecipata e i 5 Stelle, torna ad attaccare. Soprattutto sulla vicenda della banda musicale. Soprattutto perché il presidente era Vito Rizzo che non si sarebbe dimesso in tempo risultando per uno scorcio di tempo il sindaco che ha erogato il contributo e il presidente che l’ha incassato. Ovviamente la procedura di richiesta contributo è iniziata con l’amministrazione Milazzo quando non c’era alcun conflitto di interesse, ma l’opposizione sostiene che l’atto col quale l’associazione ha comunicato al Comune il nuovo direttivo non combacia nella copia cartacea e in quella via pec, dunque in sostanza le dimissioni non sarebbero arrivate in tempo. L’opposizione chiede anche il resoconto di tutte le manifestazione della banda che dovrebbero giustificare un contributo da 10 mila euro incassato in due tranche, a luglio 2017 e lo scorso gennaio. Un argomento che infiamma la politica e per il quale è stato chiesto un consiglio comunale urgente.

A padre Francesco e a Vito Rizzo l’invito a chiarirsi, se è il caso, e ritrovare quell’armonia necessaria per il bene del paese.