Diario elettorale, prima puntata. “A me non ha chiamato nessuno”

“A me non ha chiamato nessuno”. Quando Tiziana mi ha risposto così ho capito che in lei era maturato qualcosa. Non ci credevo, non lo credevo possibile. Negli ultimi giorni ero rimasto sorpreso dalle difficoltà dei vari schieramenti nel trovare candidati da inserire nelle liste. In questi anni ho lavorato a diverse attività in paese e credevo ci fosse una certa voglia nel tessuto sociale di mettersi in gioco. E invece nulla, la politica ha perso ulteriormente credibilità. Così quando qualcuno negli ultimi giorni ha iniziato a sollevarmi l’ipotesi di Tiziana ho scosso la testa, perchè ero certo che mia moglie avrebbe rifiutato. E invece ai primi cenni, lei ha preso in mano il pallino. “A me non ha chiamato nessuno”, come dire è con me che devono parlare. Non nascondo l’orgoglio nell’aver accanto una donna con questo carattere. Da quel momento ha fatto tutto lei, non so cosa si siano detti nei due giorni seguenti, ma quando ha comunicato la decisione è stato molto emozionante. Lei come tante altre non è e non vuole essere “la moglie di”, e si è già scrollata di dosso me e i miei modi di fare. Questo non sarà bello per gli avversari. È una sensazione di fierezza che non riesco a spiegare. Con Chiarenza si conoscono da una ventina di anni, molto tempo fa hanno lavorato in un locale insieme, uno dei tanti lavoretti all’epoca fatti per proseguire gli studi. Conosce il sacrificio e il senso del dovere, Tiziana, figurarsi se una candidatura possa spaventarla. È vero, l’hanno fatta anche a me la proposta, più gruppi, ma nella vita credo sempre che bisogna dare un senso e un valore alle cose che si fanno. Ho pensato alle battaglie sull’acqua, depuratore, parco giochi, disabili, rifiuti nella strada del Santuario, le attività per i 200 anni, e tutto questo nel ruolo da consigliare comunale sarebbe stato limitato fortemente, o almeno questa è la mia convinzione. Invece la candidatura di Tiziana ha un senso, eccome se ce l’ha. È una missione, sono percorsi che qualcuno sceglie per noi, ci ritroviamo ad affrontare certe sfide spinti da un destino che ci investe senza che lo abbiamo chiesto e mai lo avremmo desiderato. Chi ha la forza per farlo deve farlo. Insieme porteremo avanti queste e quelle battaglie. Subito dopo, però, ammetto di aver provato un senso di smarrimento. Perché dopo 18 anni ho avuto la consapevolezza che la mia attività su balestratesi.it  avrebbe subito una forte e rapida evoluzione. Che tutto sarebbe cambiato. Ci sono notizie di cronaca e atti amministrativi che sono oggettivi e potranno sempre essere raccontati, ma ci sono elementi politici su cui adesso non ha senso commentare, manca quell’elemento super partes che può dare autorevolezza a una riflessione politica. Ci sono le strumentalizzazioni, ci sono le cattiverie, c’è un mondo di persone ciniche e scorrette nella politica balestratese che sono pronte a qualsiasi cosa per contrastare chi non ha niente da perdere ed è libero. A casa nostra, ci siamo detti, la sveglia suonerà sempre alle sei, comunque finiranno le elezioni. Altrove non sarà così, e gli interessi in ballo, economici e di potere, sono altissimi. Poi però ho pensato a questi 18 anni di attività col sito, alle battaglie, alla continua voglia di una neutralità che oggi non è più consentita e rischia di travalicare nell’ignavia. La vita ci è scivolata davanti per ritrovarci oggi di fronte a situazioni irreali, a ingiustizie, all’arroganza e alla scorrettezza di chi ci amministra ed è distante anni luce dalla reale esigenza delle persone. Il mondo che ci raccontano, il castello di illusioni che hanno costruito sta già crollando travolgendoci tutti. Ci ritroviamo ad aver lottato una vita e ad avere la sensazione di non essere riusciti realmente a incidere sulle cose, che sia necessario fare di più e che bisogna farlo adesso, il tempo non è infinito. Riflettevo sulla scelta di mia moglie e rivedevo la determinazione nelle quotidiane battaglie che la vita ci mette davanti, le voglia di rendere universali quei diritti elementari di ogni persona, di difendere chi non ha la stessa forza e gli stessi strumenti. E giorno dopo giorno ho maturato la convinzione che sì, questa è una battaglia che merita di essere combattuta, costi quel che costi. Ci guardiamo intorno con Tiziana, a chi devi chiedere il voto? Abbiamo cinque compari di matrimonio, cinque, che sono emigrati in altre regioni per lavoro e tutti con una professione e una carriera ben avviata. Siamo la diapositiva di cosa oggi sia Balestrate, del perché chi resta si trovi in una sorta di collina in cui portare avanti una forte resistenza. Siamo quegli amici al bar che giorno dopo giorno diventano sempre meno, e noi sempre lì, pronti a credere in un mondo migliore.
Quanto tempo è passato, era il 4 o il 7 ottobre 2004. Un amico, che oggi ritrovo nel gruppo Chiarenza, mi disse che a Marsala era nato un sito di informazione locale, come quelle vecchie radio libere che potevano dire quello che volevano. Ricordo ancora la prima breve uscita sul Giornale di Sicilia a firma del preside Tuzzo. “Nasce un blog a Balestrate”. Nel 2004 i web-log, i diari on line, facevano ancora notizia non essendo diffusi, e quella prima bacheca virtuale era l’unico spazio di discussione, dopo le mitiche bacheche di Andrea Musso, in cui tanti giovani e meno giovani del tempo si ritrovarono a Balestrate. Ricordo di anziani che avevano un bigliettino appeso al computer con le istruzioni per accenderlo e collegarsi a Balestratesi. Da quel luogo di confronto sono nate idee, iniziative, battaglie. Il sito è diventato punto d’informazione e di inchieste, di tante cose accadute i cittadini non avrebbero saputo nulla se non l’avessi scritto io. Poi è arrivato il tempo della proposta, e dopo ancora quello della costruzione.
Tante cose sono cambiate, tante cambieranno ancora, e questo clima di incertezza non è sempre piacevole. Ma quando ho qualche dubbio guardo la foto di Tiziana, penso a quello che potrà fare e alla sua determinazione, e allora ritrovo tutta la sicurezza: è una grande persona, faremo grandi cose.