Dal bluff porto all’eterno piano regolatore mai approvato: un anno dopo le elezioni pochi ridono e tanti piangono

Un anno fa era tempo di elezioni a Balestrate. Totò Milazzo diventava sindaco distaccando non di molto Vito Rizzo, mentre terzo arrivava Piero Barone. Tanti sogni, promesse, belle speranze. I temi annunciati in campagna elettorale e attesi ancora oggi sono tanti. Proviamo a fare un breve riassunto di come Balestrate si presenta oggi a distanza di un anno.

Porto: come non iniziare dal sogno per eccellenza, il porto, ancora chiuso nonostante sia stata individuata la ditta che dovrà gestirlo. Eppure, in campagna elettorale i proclami si erano sprecati: “Lo apriremo subito!” si sentiva urlare dal palco durante i comizi. E ancora ora, a dire il vero, leggiamo dichiarazioni che lasciano davvero perplessi. Il fatto è che la ditta che dovrà gestirlo vuole trovare un’intesa con la Regione per ammortizzare i costi da sostenere per rimettere in sesto il porto, visti i danni causati dall’incuria. Ancora peggio, bisogna superare i problemi legati alla vicenda giudiziaria e agli arresti degli ultimi tempi, che evidentemente hanno sollevato delle criticità nei vari iter burocratici che riguardano il porto. Insomma, se prima non si sbroglia questa matassa, il porto difficilmente potrà entrare in funzione. Il sindaco, però, si spinge a dire addirittura  che se entro poco tempo il porto non aprirà, valuterà la possibilità di affidarlo a una gestione provvisoria. Onestamente solo uno sprovveduto potrebbe prendere sul serio queste parole, che chiaramente rappresentano una rassicurazione per i suoi sostenitori elettorali. Ma una rassicurazione davvero ridicola. Cioè, c’è una ditta che ha vinto una gara, una ditta che se tutto fosse in regola gestirebbe sin da subito il porto iniziando a guadagnare, ma è bloccata da indagini, collaudi mai fatti, zone a rischio, fondali insabbiati…tutto insomma è bloccato, ma al Comune di Balestrate c’è chi crede di poter superare tutto e con un colpo di spugna affidare in via provvisoria la struttura. Tipo Superman. Ma ci sembra un tantino banale. Perchè allora non lo hanno fatto fino ad oggi? La verità è che c’è una società, che ha cambiato al suo interno alcuni soci, che sta trattando con la Regione per rimediare ad anni di brogli e danni di mafiosi. Al suo interno ci sono esponenti dell’imprenditoria, simboli della legalità, ai quali ci affidiamo con l’ultima speranza rimasta. Il resto, ci sembrano chiacchiere e false promesse.

Piano regolatore: in campagna elettorale abbiamo scritto che questa amministrazione se avesse vinto, non avrebbe avuto alcuna fretta di approvare il Prg. Fummo subito attaccati, addirittura in comizio dissero che se non l’avessero approvato nell’arco di poco tempo si sarebbero dimessi. Chiaro che sono state esagerazioni di campagna elettorale, ma oggi del prg non ci sono tracce. Ci piacerebbe che in pubblico, in piazza, in tv e sui giornali, l’amministrazione chiedesse scusa sui proclami fatti e sulle promesse non mantenute, anche se la colpa non è del Comune. Hanno fatto una promessa, ancora non l’hanno mantenuta: scusarsi con i cittadini sarebbe come minimo un segno di onestà. E anche se il Prg è bloccato per colpe e ritardi che non sono del Comune, prima di fare promesse dovevano accertarsi: se hanno fatto proclami senza avere certezza, devono scusarsi ugualmente.

Programmazione: ogni nuova amministrazione ha una forza, una scusa, una giustificazione, chiamatela come volete. Di che si tratta? Ogni amministrazione, puntualmente, dopo essersi insediata, inizia a giustificarsi affermando di dover mettere delle pezze agli errori della precedente amministrazione. Così fece Palazzolo, così sta facendo Milazzo, e in effetti hanno ragione. Pensiamo alla strada di accesso al porto e a cosa dovette fare l’amministrazione Palazzolo per mettere una pezza al progetto tutto sbagliato,  oppure all’intervento di Milazzo per rimediare ai problemi e inefficienza nella progettazione del campo di calcio o del lungomare. Ora, questo significa che Balestrate sconterà sempre un ritardo cronico dovuto alla carenza di programmazione e a errori che ne rallenteranno lo sviluppo. E ogni amministrazione si sentirà giustificata dal fatto di dover porre rimedio agli errori o ai problemi del passato. Così oggi non sappiamo ancora cosa Balestrate vuole diventare da grande, e siamo alle prese con progetti e iniziative che non si capisce in quale contesto andranno a inserirsi. La volete sapere l’ultima? Sarebbero pronti lavori di ristrutturazione dell’ex discoteca Conchiglia. Spenderanno 60 mila euro circa. Ma ad oggi, sappiamo che cavolo vogliono farci dentro? Sappiamo come sarà gestita? Forse loro lo sanno, noi cittadini no. Però l’importante è fare i lavori e dire: “Ecco soccu fici stu sinnacu”.

Turismo: non vediamo alcuna rivoluzione. E i problemi sono tanti. Recentemente un operatore turistico di Balestrate ci ha segnalato addirittura che su internet, nei siti specializzati come Tripadvisor, c’è gente che puntualmente scrive commenti negativi su Balestrate. Tripadvisor è un sito che viene consultato a livello internazionale per avere informazioni sulle località turistiche attraverso i commenti di chi già le ha visitate. Per cui se io voglio dormire in provincia di Palermo, vado su Tripadvisor e cerco la località che ha i commenti migliori. Ecco, il mondo è cambiato e adesso la pubblicità si fa anche così: io scrivo commenti positivi, parlo bene del mio paese, ecc… Mentre il mondo si evolve e va avanti, Balestrate resta arroccata nella sua arretratezza, con realtà come la Pro Loco che diventano semplicemente punto di smistamento di denaro per pagamenti e supporto a eventi invece che di promozione turistica così come servirebbe oggi. Un disastro.

È davvero difficile individuare un nuovo percorso nella politica balestratese.  A livello amministrativo il sindaco ha accentrato tutto nelle sue mani, c’è persino un assessore come Bonaviri che ha solo la delega al bilancio, come se ci trovassimo in chissà quale realtà economica. E che bilancio abbiamo?! Non ci sono segnali di risveglio culturale, l’opposizione è legata al lavoro certosino di Vito Rizzo, mentre la terza lista perdente è uscita di scena. In queste condizioni non si capisce bene dove stiamo andando a parare: ma questa, un anno dopo le elezioni, è la solita storia.