Balestrate, 20 luglio 2014: cronaca di uno strano giorno alla villetta comunale

È il 20 luglio 2014, fa caldo a Balestrate. In via Repubblica c’è un piccolo via vai di gente. Nella villetta comunale, in quella che fu la discoteca la Conchiglia, c’è un concerto musicale, a metà tra canti popolari e classico rock. Si canta in siciliano, c’è un antico carretto davanti all’ingresso. Un gruppo di turisti tedeschi è incuriosito e si avvicina.

Sono in quattro, moglie, marito e due figli. Giusto il tempo per visionare l’ingresso, pagare 20 euro di biglietto e vederli scomparire dentro alla struttura. Un altro gruppo di ragazzi, balestratesi, li segue, ma per loro il Consiglio comunale ha riservato un trattamento speciale, non cinque ma quattro euro ciascuno di biglietto in quanto sono balestratesi. Alla biglietteria però c’è un conoscente, il solito amico che non rinuncerà a un favore: e allora tre ragazzi pagano, due entrano gratis, “in fondo tutti amiamo Balestrate” dice il cassiere, che in meno di un paio di minuti ha incassato 32 euro.

Il gentile regalo è arrivato lo scorso anno di questi tempi. Il ricordo è limpido: siamo nel bel mezzo dell’estate e il Consiglio comunale è appena terminato. All’ordine del giorno c’è l’affidamento della villetta comunale per la gestione nei prossimi 10 anni. Il Comune ne è entrato in possesso dopo 50 anni di gestione privata durante i quali non ci ha cavato un ragno dal buco. Il paragone che ci viene in mente è questo, come se decidessimo un giorno di concedere la nostra veranda a un estraneo che inizierebbe a vendere oggetti per poi fallire, dire che quella veranda in realtà era sempre stata la sua e riconsegnarcela totalmente distrutta. Ma l’amministrazione assieme al Consiglio ha deciso di affidare la villetta ai privati.

Un gruppo di balestratesi aveva avviato una petizione per garantire una gestione pubblica. Del resto il federalismo fiscale sta mettendo in ginocchio i comuni. Le tasse stanno aumentando ovunque ma al Comune non interessa fare cassa, tanto a pagare sono i cittadini. Dando la struttura in gestione sai quanti voti puoi guadagnare? Ma la petizione non va a buon fine e la struttura è affidata ai privati: adesso davanti a uno dei portoni campeggia il cartello “vietato l’ingresso”. I privati hanno le chiavi e possono farne quello che vogliono: sono i proprietari per i prossimi 10 anni.

La villetta è stata affidata a un gruppo di imprenditori locali. Sono in tre e ognuno gestisce uno spazio, dal bar al ristorante. I ragazzi balestratesi sono appena entrati e prendono posto al tavolino. A servirli arriva un cameriere: è un loro amico. Si salutano: “Ciao, bello lavorare qui, non trovi?”. Il ragazzo annuisce, cala lo sguardo e poi spiega: “Sono fortunato, sono l’unico entrato senza essere parente o amico dei gestori, l’unico con una qualifica. Ma in verità lavoro più di 10 ore al giorno e guadagno poco più di 20 euro nonostante la busta paga dimostri tutto il contrario”. I ragazzi ordinano da bere e il conto è il solito: cinque euro a bevanda, per cinque fa 25 euro. Accanto a loro c’è sempre la famiglia di tedeschi. Anche loro hanno ordinato e adesso brindano: per loro il conto è meno salato, 20 euro.

La musica continua, il tramonto è stupendo e i ragazzi, assieme ai tedeschi, decidono di cenare. Pizza per tutti, pagano i balestratesi da buoni siciliani: 110 euro. Serata caruccia da 182 euro, però l’importante è essersi divertiti. “Peccato per l’arredamento, hanno stravolto tutto – dice uno dei ragazzi che fa l’architetto – hanno fatto come se fossero stati a casa loro, non sembra di essere in Sicilia”.

Mentre la serata sta per terminare, a uno dei balestratesi viene un’idea: perchè non organizzare un concerto col suo gruppo nella struttura? Chiede del proprietario ma non si trova. Allora decide di tornare l’indomani. Non lo trova neanche. Il via vai continua per tre giorni. Finalmente incontra il proprietario ma il responso è negativo: la stagione è già organizzata, niente da fare, ma può affittare il palco per 150 euro una sera, un lunedì o un giorno qualunque tranne il fine settimana. “Ma solo perchè sei tu” dice il proprietario. Il ragazzo è rassegnato: è va bene, pagherò.

Di ritorno a casa è l’ora di pranzo. Trova a tavola il padre infuriato: non è possibile, sono aumentate le tasse comunali, ci sono problemi alla raccolta rifiuti che è tornata comunale, non c’è lavoro, la strada è al buio! Questo paese va in rovina! Sono andato a protestare al Comune e sai figliolo che mi hanno risposto? Non ci sono soldi!”. Il figlio guarda stupito il padre: “Incredibile, e pensare che ieri solo noi abbiamo lasciato alla villetta, 182 euro in poche ore e altre 150 le daremo la prossima settimana. C’era tanta gente, ma il Comune non riesce a fare cassa?”. Qualche minuto dopo, manco a farlo apposta, si sente il rombo di un’auto: è il gestore della villetta su una mega auto di lusso. Il padre si affaccia, scuote la testa, si dirige verso un cassetto e prende un foglio di carta. Cosa contiene quel foglio di carta? Scoprilo tu stesso cliccando qui.

Torniamo ai nostri giorni, siamo ai primi di gennaio 2012. Lo scenario che abbiamo immaginato forse è troppo fantasioso, ma la storia ci insegna che dove mette mani il privato, se avrà carta bianca, creerà solo disagi per i cittadini. Le regole sono fondamentali. Con la petizione che abbiamo avviato chiediamo questo: regole certe e diritti per i balestratesi. La villetta è un bene comune che può creare sviluppo. Ma per tutta la comunità, si intende.