Inquinamento dell’acqua per uso umano, oscurantismo, il gioco delle tre carte e il popolo bue 

In questi giorni, in tutta Italia, o se volete in tutto il mondo, si eleva un richiamo corale alla razionalità e alla scientificità per arginare le infezioni da Covid.19 che stanno mettendo alla prova i sistemi sanitari ed economici di tanti Paesi.

Razionalità e scientificità che in Sicilia sembrano degli optional per il sistema politico e per i servizi da questo controllati.

Ieri, un allarme tam-tam ha reso nota un’ordinanza di non potabilità per l’acqua distribuita dai serbatoi Petrazzi alto e basso che servono la zona nord di Palermo. Era successo che l’Azienda Sanitaria Locale (ASP) il 25 febbraio aveva rilevato nelle analisi delle acque la non corrispondenza alle caratteristiche di potabilità per solfati e alluminio. L’ASP ha trasmesso i risultati il 28 febbraio al gestore municipalizzato AMAP che si è attivato per le analisi di verifica.

L’ordinanza di non potabilità del Sindaco di Palermo è arrivata nove giorni dopo, cioè ieri. Perché dopo nove giorni?

L’AMAP, in osservanza della ordinanza sindacale n. 27/OS del 06/03/2020, ieri ha invitato l’utenza a non usare l’acqua dei rubinetti delle zone interessate per uso umano; ieri stesso, la Protezione Civile del Comune ha pubblicato l’avviso di non potabilità; ieri stesso Leoluca Orlando ha dichiarato che “la firma dell’ordinanza è un atto dovuto di fronte a una nota formale inviata dall’Azienda sanitaria provinciale all’amministrazione comunale, ma tutti i dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita in città ne confermano la potabilità e la qualità per uso umano“.

A Palermo il gioco delle tre carte è notissimo ma vorrei osservare le cose al rallentatore per capire, valutiamo quanto dichiarato.

La firma dell’ordinanza è un atto dovuto”, certo che è un atto dovuto e con sollecitudine e non dopo nove giorni perché ci sono delle analisi che indicano l’assenza di requisiti di potabilità dell’acqua. Poi lo stesso Sindaco ha aggiunto “tutti i dati relativi alla qualità dell’acqua distribuita in città ne confermano la potabilità e la qualità per uso umano“. Ma se l‘acqua era potabile, perché ha emesso l’ordinanza?

Nel mentre in un comunicato si rendeva noto che l’AMAP ha monitorato lo stato delle acque e ha provveduto ad aumentare la clorazione delle acque. Fermiamoci un’altra volta; forse torna u vanchiteddue il gioco delle tre carte.

Ma cosa c’entra la clorazione delle acque con l’inquinamento da solfati e da alluminio?
Il cloro viene messo nelle acque per uso umano per la sua azione disinfettante contro i microrganismi. I solfati e l’alluminio nelle acque riconoscono altre fonti di inquinamento e non c’entrano con i microrganismi.

Intanto i media davano notizia di una nota in cui il Sindaco Orlando comunicava che “risulta non esserci alcun problema di carattere microbiologico nell’acqua distribuita in rete.”

Ma perché parla di inquinamento microbiologico se l’’ASP aveva rilevato un inquinamento da solfati e alluminio?

Finalmente nella serata di ieri tutto è più chiaro. I risultati delle analisi di AMAP hanno dato esito negativo, l’ASP ne prende atto e ritiene che si debba revocare l’ordinanza di non potabilità e in nottata il Sindaco revoca l’ordinanza.

Sono ancora più confuso.

Perché il Sindaco ha emesso l’ordinanza nove giorni dopo l’allerta dell’ASP?

Forse perché i laboratori dell’ASP sono inaffidabili e hanno bisogno di un tutoraggio da parte di quelli di AMAP? Se fosse così, ma non credo proprio, si porrebbe un grave problema.

L’AMAP aumenta la clorazione delle acque e non si pone, o forse non lo rende noto, la domanda da dove provengano l’alluminio e i solfati trovati in eccesso?

L’informazione concitata ha dimenticato di comunicare un piccolo particolare e cioè se la verosimile origine dell’inquinamento è stata dovuta alle condizioni dei serbatoi Petrazzi alto e basso o alle fonti idriche di provenienza.

Ma di fonti idriche di provenienza non si è fatto alcun cenno.

Pare che una delle fonti di approvvigionamento idrico della zona nord di Palermo sia l’acqua dell’invaso Poma.

Se questo rispondesse a verità, è possibile che nessuno degli organi tecnici abbia marginalmente pensato che i solfati e l’alluminio in eccesso possano anche derivare dell’invaso Poma che, non dimentichiamo, riceve le acque fognarie non depurate di 15.000 persone di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Grisì, specie dopo un periodo di prolungata siccità?

In ogni caso, i Sindaci i cui comuni ricevono acqua per uso umano dall’invaso Poma dovrebbero dare una risposta chiara ai cittadini circa l’origine di quell’inquinamento perché se l’origine fosse stata nell’invaso Poma alcune posizioni sarebbero ancora più gravi e i cittadini hanno il diritto di conoscere. In tale ipotesi più che di procurato allarme, per come è stato paventato, da parte di qualcuno si porrebbe un problema di omissione.

Ho iniziato a scrivere parlando di razionalità e di scientificità; non mi rassegno all’idea che in Sicilia debba prevalere l’irrazionalità e l’illogicità.

L’inquinamento è da alluminio e solfati e si rassicura la popolazione per l’inquinamento microbiologico, un’ordinanza di divieto viene accompagnata da una dichiarazione di permissività, …

La comunicazione istituzionale parla come se ad ascoltare ci fosse un popolo bue come massa remissiva, sottomessa e incapace di pensieri razionali. Forse siamo all’oscurantismo che dopo la rivalutazione storica del Medioevo non viene più accompagnato dall’aggettivo “medioevale” e quindi è solamente oscurantismo, ovviamente istituzionale.

Salvatore Campo