Il 2021 e la (ri)costruzione di Balestrate: quale progetto per avere un futuro?

Il 2021 sarà l’anno della ricostruzione. Il presidente Mattarella ha fotografato bene quello che accadrà nel prossimo futuro e che coinvolgerà tutti. Qui, in queste piccole pagine di provincia, vorrei provare a immaginare in che modo Balestrate potrà cogliere questa occasione. Noi, che in fondo da anni attendiamo di iniziare almeno a costruire, possiamo sfruttare l’occasione.

Non è facile, lo sappiamo. Perché se Balestrate ha avuto un punto debole, storicamente, è proprio quello dell’assenza di una grande visione di lungo termine per costruire un progetto di sviluppo concreto rivolto a tutti i cittadini. A Balestrate nessuno si è mai preoccupato di portare valore aggiunto, di creare attrazioni, di lavorare guardando a tutti. Si colgono occasioni, bandi e progetti che rientrano in un’ordinaria e generale amministrazione. Pur nella bontà delle singole azioni che da decenni sono portate avanti, non c’è un’idea di come innalzare il livello, di come creare opportunità.

Non sono parole astratte, concetti politici per pompare il discorso. Vogliamo fare l’esempio del porto? Alzi la mano chi ha avuto un reale beneficio economico diretto, chi oggi rischierebbe ingenti investimenti legati al futuro del porto. Parliamo di spiagge? C’è qualcuno che fuori dalla politica e dagli interessi di parte oggi avrebbe l’opportunità di investire e creare dal nulla nuove attività legate alla nostra costa? Ci sono le condizioni? No, perché la politica non ha mai guardato alla collettività ma ai singoli interessi. E possiamo prendere mille altri esempi di iniziative presentate come la grande soluzione ai mali di Balestrate e ridotte a una mera spesa si soldi che nulla porteranno mai alla collettività.

Questa situazione è esplosa totalmente in questa legislatura, in cui l’elemento di novità legato al nuovo giovane sindaco, che doveva portare entusiasmo, idee, lavoro di squadra, si è trasformato in una gestione solitari, senza lungimiranza, fumosa, nella peggiore delle politiche autoreferenziali.

E allora come si esce da questa situazione? Non so cosa potrà mai salvare Balestrate da questo destino, ma so di certo, almeno sono la mia idea, quali grandi obiettivi potrebbero tirare fuori il paese dal declino totale e ridare una speranza, una prospettiva di sviluppo importante, rimettendo soldi ed entusiasmo nelle tasche dei balestratesi. Una volta che si risolverà a breve la questione depuratore, dovremo concentrare tutti gli sforzi per ottenere la bandiera blu, che già di per sé rappresenta un importante programma da realizzare e alzerebbe la qualità del turismo notevolmente. Andrebbe realizzata una seria battaglia per contrastare il sommerso nel turismo e fare pagare a tappeto la tassa di soggiorno, con incredibili introiti per il Comune da riversare nelle politiche turistiche. Bisogna creare delle attrazioni: serve urgentemente un’arena da 1.500-2.000 posti che consenta di creare eventi di qualità. Bisogna valorizzare con manifestazioni e operazioni di restyling la boscaglia nell’area all’ingresso della spiaggia ovest, dove le associazioni dovrebbero e potrebbero organizzare eventi con ingresso a pagamento per Natale, in primavera, in estate, sfruttando le casette di legno e creando dei percorsi guidati all’interno dell’area attrezzata. In quest’area è possibile organizzare anche in notturna eventi. Bisogna urgentemente togliere il cemento dalla spiaggetta dei pescatori e valorizzare l’area che sarebbe il nostro piccolo Zingaro. E sempre lungo il litorale c’è chi crede possibile organizzare spettacoli al tramonto a due passi dal mare. Va rivista la viabilità tenendo conto di quello che Balestrate è oggi, facendo i conti e rispettando lo sviluppo che c’è stato fino ad oggi, che vede nel corso attività commerciali che non possono dall’oggi al domani vivere nell’incertezza di chiusure che conti alla mano danneggiano i bilanci. Servono ampie zone pedonali con orari concordati e chiusure permanenti in aree con vista mare. Vanno sfruttati al massimo i parcheggi a mare anche la sera creando servizi navetta permanenti e obbligando chi arriva in paese a parcheggiare fuori dal centro abitato, come del resto accade in tutte le altre realtà turistiche importanti. Vanno creati dei percorsi tematici, le vie dei tramonti, valorizzando i migliori punti di osservazione, arricchendo i percorsi di grandi murales e iniziative culturali. Bisogna riportare alla centralità la storia di questo paese esaltando e sostenendo la crescita che la parrocchia ha registrato in questi anni sotto la guida sapiente di padre Francesco, che giorno dopo giorno sta restituendo al nostro paese quella storia che ci appartiene e ci ricorda da dove veniamo, chi eravamo, quali sono i nostri valori.

Dobbiamo costruire l’immagine di questo paese creando una sovrastruttura di bellezza, una narrazione dei luoghi che dia un senso a tutto ciò che ci circonda. Se metteremo tutto insieme, intorno a un’idea, un progetto di paese, creeremo un prodotto finale che potrà spingere ogni singolo turista, tra i milioni che ogni anno si recano in Sicilia, a valutare l’opportunità di fare un salto a Balestrate. Il progetto del parco giochi che abbiamo portato avanti può rappresentare un modello: una iniziativa che vede tutti coinvolti per il bene del paese, che realizza una iniziativa nell’interesse pubblico, di qualità, che guarda oltre i confini e fa parlare di Balestrate in tutta Italia.

Questo grande progetto di rinascita, questa ricostruzione, la si fa guardando oltre i confini del paese, proiettando l’azione politica e amministrativa oltre le piccole beghe di paese, le smanie di protagonismo, il fumo e le fandonie, i carrierismi, le liti, gli interessi di parte, che veda un lavoro costante, quotidiano, anche la notte, senza un minuto di tregua, con fame e voglia di raggiungere l’obiettivo. E hai detto niente.