Gli albergatori balestratesi: “Turismo in crescita, puntare sul cibo per destagionalizzare. Ma servono pulizia e più trasporti”

Intervista a Rosaria Petruso, presidente dell’associazione turistica balestratese, nata per promuovere il turismo nel nostro paese unendo le forze degli imprenditori locali.

Alcuni rappresentanti dell’associazione turistica

L’associazione turistica balestratese alla Borsa internazionale del turismo, cosa ha prodotto questa esperienza?
“Essere qui da espositori è stata una grandiosa opportunità di comprensione del fenomeno turistico che sta investendo la Sicilia. Abbiamo incontrato buyers di molti paesi lontani come Stati Uniti, Russia ma anche arabi, filippini. Abbiamo notato una massiccia richiesta da parte del mercato indiano che ci ha stupito non poco. Abbiamo notato l’assenza della Polonia che ci ha meravigliato”.

Qual è la situazione del turismo siciliano?
“La Sicilia è promossa benissimo sul mercato estero quindi va molto bene questo aspetto, ma su tutto il resto c’è da lavorare pesantemente sia a livello comunale che a livello regionale e nazionale”.

 

Pasquale Chimenti, titolare di due case vacanza

Quali sono le principali criticità?
“Le criticità sono tante: la pulizia del territorio in primis per cui occorre a mio avviso una massiccia campagna di sensibilizzazione che investa principalmente anche Palermo e Partinico per ciò che ci riguarda”.


Cosa manca a Balestrate?

“I trasporti sono un’altra nota dolente, il turista che non opta per il noleggio dell’auto, e sono tanti, è fortemente penalizzato perché se non può sostenere i costi dei servizi offerti dai vari operatori del settore non riesce ad accedere a siti archeologici importanti come Segesta, per esempio”.

Cosa chiedono i turisti, qual è la percezione degli imprenditori?
“Gli operatori balestratesi devono confrontarsi giornalmente, anzi stagionalmente con turisti che cercano di capire perché i siciliani non hanno rispetto per il loro territorio. E perché nessuno pensa a collegamenti minimi tra i luoghi d’interesse turistico”.

 

Il turismo a Balestrate è un ancora un secondo lavoro o inizia a essere più strutturale, con ricadute occupazionali?
“Le ricadute occupazionali ci sono, penso che sia il primo settore a Balestrate anche se per frenare l’emigrazione dovremmo riuscire a destagionalizzare un po’. Vi sono inoltre difficoltà a reperire personale in grado di confrontarsi con gli stranieri: personalmente sto avendo non poche difficoltà a reperire personale di sala che parli inglese”.

Depliant illustrativi di Balestrate

 

Dal governo nazionale è arrivato l’invito alla Sicilia a destagionalizzare, a Balestrate è possibile?
“Per destagionalizzare occorrerebbe attingere ad altri settori come per esempio il food o il viaggio esperienziale. Oggi mi sono confrontata con una operatrice che mi parlava di questo nuovo canale: non così come lo propone airbnb per intenderci ma molto più strutturato. Vedremo chi degli associati vorrà intraprendere questi nuovi canali”.

Cosa intendiamo per food e viaggio esperienziale?
“C’è un grande interesse per la cucina in generale e credo bisognerebbe sondare le opportunità di questo settore da destinare agli stranieri come per esempio lezioni di cucina da offrire ai turisti stranieri. Il viaggio esperienziale potrebbe essere rappresentato attraverso la vendita di pacchetti che comprendono la raccolta delle olive per esempio, alternata a normali escursioni turistiche. Anche la pesca turismo rientra nel settore ma la vendita dovrebbe avvenire a monte in un pacchetto specifico”.

La tassa di soggiorno, gioie e dolori. Non tutti la pagano, il Comune ha raccolto meno di quanto sperava, eppure potrebbe rappresentare un tesoretto per risolvere molti problemi di Balestrate. Del resto gli albergatori la pagano e decidono come il Comune deve usare questi soldi.
“L’imposta di soggiorno ci lega a doppio filo con l’amministrazione e noi ci auguriamo di sottoscrivere un protocollo d’intesa con il Comune per veicolare i proventi dell’imposta di soggiorno laddove possono essere utili per aumentare l’incoming . L’aumento dell’incoming è l’obiettivo da raggiungere per noi operatori perché è il nostro lavoro, per i cittadini perché aumenterebbe l’occupazione nel territorio e per il Comune perché aumenterebbero i fondi a sua disposizione, sebbene vincolati al settore turistico ma che comunque investe settori a beneficio di tutti i cittadini. Purtroppo molti latitano nella corresponsione dell’imposta di soggiorno e ritengo perché la latitanza si estenda anche ad altri settori… tuttavia l’abusivismo, chiamiamolo così,  non consente di migliorare la propria posizione commerciale ed espone a rischi seri, vedi l’esperienza degli operatori di Terrasini di qualche anno fa”.