Addio a Bonaviri, il sindaco-tecnico di Balestrate

C’è una generazione di ragazzi che ha iniziato a fare o seguire la politica locale subito dopo la fine degli anni Novanta. Non so se questa sia stata e sarà l’ultima generazione realmente impegnata nella società civile, ma questo è quello che è successo e non è più accaduto. I nati negli Ottanta hanno votato per la prima volta nel 2002. Chi è nato nell’80, nel 1997 non aveva ancora 18 anni. È proprio allora, nel 2002, che inizia la sindacatura di Salvatore Bonaviri, scomparso a 85 anni dopo una lunga carriera nella pubblica amministrazione e in politica.
Possiamo ripercorrere alcune tappe di quel periodo facendo leva su quanto seguito su Balestratesi.it, blog che nasce nel 2004 nel pieno della legislatura Bonaviri e si troverà inevitabilmente a confrontarsi più volte con l’amministrazione. Internet iniziava da poco a esplodere, in un piccolo paese come Balestrate l’unico mezzo di comunicazione e protesta era la bacheca di Andrea Musso, e sul web, senza i social, con le messaggerie a disposizione, iniziavano i primi confronti che animavano il dibattito politico locale.
“I giovani hanno diritto di sbagliare, gli adulti no” ci ripeteva il sindaco Bonaviri che mai, a memoria, ebbe da attaccare o censurare un nostro comportamento. “Io sono un tecnico” ripeteva a chi chiedeva spiegazioni sul suo operato. “Rispetto le leggi, trovo soluzioni”, insomma.
Furono 5 anni molto intensi quelli, gli ultimi dei grandi partiti siciliani nell’era Cuffaro, gli anni in cui un gruppo di giovani provò a dar vita a un movimento politico dal basso, l’unione giovani balestratesi. Furono gli anni delle battaglie per le antenne, per le fontane, per l’acqua pubblica, anni in cui Grillo era ancora allo zero virgola ma iniziava a costruire le fondamenta del movimento. Celebre il simpatico faccia a faccia con l’attuale leader dei 5 Stelle balestratesi, “ai cittadini, ai cittadini”, proprio sul tema della privatizzazione.
Bonaviri si inserisce in maniera dirompente in quel periodo e la sua azione amministrativa pervade tutti gli aspetti della vita balestratese. Le sue scelte passeranno alla storia, a volte osannate, altre volte contestate, e lasceranno il segno negli anni  a venire. È con lui che Balestrate si dota del palazzetto dello sport, il polivalente, nato sulle ceneri di una struttura totalmente abbandonata e degradata. L’amministrazione Bonaviri sostiene e porta avanti il sogno di un gruppo di ragazzi di creare una palestra al chiuso così come era stato fatto a Cefalù, dove Bonaviri sarà anche amministratore. È durante quel periodo che l’ex Conchiglia viene recuperata e inizia l’iter per il rilancio in mani pubbliche. Sono anche gli anni dell’antico sentieri del pescatore, opera faraonica costata circa un milione di euro che prova a recuperare un importante angolo di Balestrate ma ben presto purtroppo finisce distrutto dai vandali. È con Bonaviri che inizia l’iter per  l’annessione di parte del territorio di Partinico a Balestrate. Sono anche gli anni delle battaglie per la gestione del porto: la proposta della maggioranza che sostiene Bonaviri in quel periodo vedrà il Comune escluso in futuro dalla gestione che passerà totalmente in mano privata. Quella di essere legato ad alcune cordate di privati sarà uno dei grandi temi politici su cui Bonaviri riceverà critiche, come nel caso dell’ex area Vitrano che finisce in mano a un’azienda privata. “Il Comune non poteva fare altro” ripeterà il sindaco. È nel turismo che Bonaviri prova a lasciare il segno. Lui proviene da Cefalù e prova a portare a Balestrate una mentalità turistica molto spinta, forse troppo per quella che è la visione locale in quel periodo, ancora lontana da certe visioni. E così quando si decide di mettere le strisce blu a mare per far pagare il parcheggio, scoppia la rivoluzione. La stessa rivoluzione che scoppierà in paese quando, su spinta del movimento giovanile, si decide di chiudere il centro creando un’isola pedonale. Sono anni in cui i grandi cambiamento sembrano impossibili, eppure c’è una spinta dal basso che li invoca. Qualcuno arriverà, qualche altro sarà solo rimandato, tra elogi e contestazioni politiche. Ma il sindaco tecnico lascerà per sempre la sua impronta.