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Tassa di soggiorno, la rivolta degli albergatori: altro che turismo, usata per tappare i buchi di bilancio

La tassa di soggiorno è un importantissimo strumento che consente ai Comuni di avere degli introiti per migliorare le politiche turistiche. Ogni persona che soggiorna in paese in una struttura ricettiva, oltre a pagare il pernotto, dovrà versare qualche euro per ogni giorno di permanenza. E questi soldi vanno al Comune.
Purtroppo a Balestrate assistiamo al terribile fallimento delle politiche turistiche. Terribile, tragico. L’amministrazione non si raccorda con l’associazione di categoria per decidere come spendere gli introiti, e sembra non voler infastidire gli evasori. Chi non paga continua a non farlo indisturbato.
Eppure si tratta di una grande occasione per i Comuni, sempre pronti a lamentarsi per la carenza di risorse. Purtroppo a Balestrate la tassa di soggiorno ancora oggi è usata come tappa-buchi di bilancio. Con un altissimo livello di evasione contro cui l’amministrazione non interviene.
Gli albergatori, quelli seri, sono abbastanza incacchiati. Perché non solo l’amministrazione non concorda con loro la spesa di questi soldi, investendoli per migliorare il turismo, ma non fa nulla per intensificare la caccia agli evasori.

Quello che sto scrivendo non è fantasia, non sono battaglie impossibili. Per fare un esempio, lo hanno già fatto a Castellammare, dove l’amministrazione di Nicola Rizzo, stesso cognome del sindaco balestratese ma assolutamente all’opposto per concretezza, è riuscita a passare da 80, dico ottanta strutture censite, a ben 1.300. Come? Con una seria azione di recupero del sommerso, con un pugno duro contro gli evasori. E ovviamente 1.300 strutture portano una dote incredibile di denaro da spendere per Castellammare.

A Balestrate le strutture non saranno così tante, ma di certo sono poche quelle che pagano la tassa di soggiorno. Nel 2018 il Comune ha incassato solo 40 mila di tassa di soggiorno stimando di potere arrivare almeno a 90 mila. Nel 2019 il dato non è ancora noto.

Ma come sono stati spesi i 40 mila euro? Gli albergatori che pagano la tassa di soggiorno chiedono di saperlo.  Chiedono anche di intensificare la caccia agli evasori e sopratutto di condividere la destinazione delle risorse. E hanno ragione. Chi meglio di loro, che lavorano a stretto contatto con i turisti, può avere il polso della situazione per sapere cosa bisogna migliorare in paese? Invece il timore è che l’amministrazione abbia già speso tutto per altre attività, vedi la pulizia della spiaggia addirittura per due anni, per la quale si è presentata una sola ditta. Ne vedremo delle belle.

Se tutti versassero la tassa di soggiorno, Balestrate avrebbe sicuramente molto di più dei 40 mila euro del 2018. E se questi soldi venissero utilizzati realmente per il turismo, per l’intrattenimento, per la cartellonistica, per la pulizia, il decoro, per tutte quelle misure che gli albergatori chiedono, allora inizieremo a fare passi in avanti. Altrimenti sarà il tracollo, e siamo già sulla buona strada.

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