X

Addio a Giovanni Ferro, l’onorevole gentile

Balestrate è piccola, mite, nel pieno della sua adolescenza storica. Crescerà. E ricorderà, nei decenni che verranno, la figura di Giovanni Ferro, l’onorevole gentile, il paladino dei diritti, e tanti altri appellativi con cui è stato ricordato in queste ore da tutto il mondo politico e della stampa.
Perché Giovanni Ferro era di un altro livello. Mai arrogante, sempre umile e disponibile, ma il livello politico, il metodo, la visione, si ponevano su un piano diverso rispetto a quello a cui spesso si è abituati, nella logica del “soccu ni retti, soccu fici per noi”. Sono dinamiche e modi di approcciarsi alla politica diversi, d’altri tempi se vogliamo, ma più elevati nel fine da raggiungere e nel percorso da seguire, sempre basato su confronto, dialogo, condivisione.
Giovanni ci ha lasciato a 60 anni dopo una lunga carriera politica che ha intersecato pezzi importanti della storia di Sicilia. A cominciare dalla stagione della Primavera palermitana, metà anni ’80 in poi, quando in città regnava un clima di grande paura per le morti di mafia. Entrato in giunta Orlando a 34 anni, vi rimase praticamente dal 1993 al 2000. Dal Comune di Palermo passò alla Regione, dove fu tra i promotori dell’esperienza della Primavera siciliana: nel 2001 fu eletto all’Ars e fu presidente del Gruppo parlamentare.
Giovanni Ferro fu però anche un grande attivista. Presidente dell’Arci Sicilia, associazione di promozione sociale di sinistra, è stato sostenitore delle istanze della comunità lgbtq+ durante gli anni in cui tutto questo era osteggiato pure da pezzi della stessa sinistra. Ricorda Massimo Milani, storico attivista palermitano: “Giovanni insieme a pochi altri dirigenti “illuminati” dell’Arci di allora credette subito a quel progetto che portò alla straordinaria nascita storica nel 1980 del primo circolo Arcigay in Italia, a Palermo. Come non ricordare poi la sua entusiasta partecipazione all’organizzazione del nostro matrimonio storico, simbolico e politico del 28 Giugno 1993 celebrato trionfalmente a “Piazza della vergogna” con una vasta eco nazionale e con l’appoggio della prima Giunta Orlando. Ancora nel 1989 fu determinante il suo contributo politico ed economico per l’apertura del Circolo Neo a Piazza don Sturzo, il primo circolo culturale dichiaratamente Gay aperto a Palermo”.
La sua visione politica e i suoi valori lo spinsero a sostenere con forza Rita Borsellino nella sua candidatura alla presidenza della Regione, un’esperienza storica che vide la partecipazione di migliaia di giovani, che portò Rita a sfiorare il sogno della vittoria contro la corazzata guidata da Cuffaro e più avanti la vide trionfare alle Europee. Più volte ebbe modo di passare con Rita in paese per manifestazioni e incontri.
A ricordare Giovanni Ferro, in questi giorni, tantissimi professionisti, politici, amici. Dal giornalista e dirigente di Repubblica Fabrizio Lentini al Centro studi Paolo Borsellino da Sonia Spalitta a Leoluca Orlando, per il quale “Palermo e la Sicilia hanno perso un uomo appassionato, un uomo che ha amato la sua terra e la sua città, che ha dedicato, prima nel mondo dell’associazionismo e poi come amministratore e legislatore, gran parte della sua vita a costruire e rendere possibile un’altra Sicilia”. L’ex capo dello sport del Giornale di Sicilia, Guido Fiorito, ha definito Ferro “il miglior assessore allo Sport conosciuto. Il suo metodo era sentire tutti e poi decidere al meglio insieme a loro”. E poi la camera ardente a Villa Niscemi, sede di rappresentanza del Comune di Palermo, a sugellare una carriera politica e una storia personale di grandissimo valore.
A Balestrate, intanto, il giorno della tragica notizia, il Comune ha espresso il proprio cordoglio con un paio di righe sul profilo Facebook. Qualche ora dopo, nel primo pomeriggio, era già passato avanti pubblicando l’invito a un concerto di jazz che si sarebbe tenuto sabato. Qualcuno mi ha suggerito di lasciare perdere, di non chiedere alcuna rimozione come avrei voluto fare, perché Giovanni, per carattere, sicuramente se ne sarebbe fregato. E così ho agito, ho lasciato perdere, perchè in fondo era vero, se ne sarebbe fregato. Lui era di un altro livello, e i balestratesi lo ricordano già.

Categories: PoliticaPrimo piano
admin :

Comments are closed.