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Pensiero della sera. Gli ultimi saranno gli ultimi

Gli ultimi saranno i primi. Quando? Oltre la morte, non certo in questa vita. Qui gli ultimi sono ultimi e ci rimarranno, lo erano nella quotidianità, figurati nell’emergenza. Oggi il pensiero della sera va a chi vive ai margini, a chi non ha nessuno, a chi subisce il marchio a vita del pregiudizio. A chi non è degno neanche di un pensiero buono. E non ci sono raccolte fondi che tengano, aiuti, solidarietà, catene, parole di conforto. No, gli ultimi sono meno ancora che numeri, sono niente.
Nella bambagia delle mura domestiche ci sono storie che risultano incomprensibili. Storie di degrado e marginalità, impossibili da capire per chi vive agli antipodi.
Cadere dal balcone può anche passare inosservato ai più se sei un invisibile, se sfuggi a ogni dinamica sociale e umana racchiusa dalle medie statistiche, se l’unica emergenza che conta è quella del virus, e per il resto si salvi chi può. In queste parole non c’è alcuna voglia di giudicare nessuno, nessuno, ma solo l’amara riflessione di quanta ipocrisia ci sia nella nostra società.
Saremo migliori dopo l’emergenza? E come potremmo, se stiamo fallendo tutte le prove. Non passa giorno in cui ognuno di noi non rischi di essere anche solo per un momento “l’ultimo”. È toccato persino a un ragazzo proveniente dall’estero, dove si trovava per lavoro, tornato nel suo paese, con la sua famiglia, essere “ultimo” per un giorno. Perché “doveva starsene dove era”, perché non doveva tornare, perché cosi ha messo a rischio la propria famiglia, e via discorrendo. E non importa se ha rispettato le regole, non importa se non è stato in contatto con nessuno, non importa nulla. Invece di accoglierlo a braccia aparte come un compaesano in cerca di riparo, no, al contrario, meglio se restava per i cavoli suoi a soffrire, da solo, in disparte, all’estero, qui vige il si salvi chi può.
E poi gli “ultimi” sono diventati loro, quelli che davano la caccia al contagiato. Perché non importa se avevano paura, se chiedevano informazioni, legittimi chiarimenti, no, persino per chi governa questo paese molta di questa gente era solo morbosamente curiosa. Come se stare un mese chiusi in casa per una pandemia mondiale e una clamorosa crisi economica sia normale. Dimenticando che abbiamo avuto un terribile lutto in paese che ha reso tutto ancora più difficile, che ha terrorizzato le persone. Che poi, gli “ultimi”, chiedevano il nome, ma in realtà cercavamo altro: cercavano sicurezza, risposte, conforto. Hanno trovato derisione. Gli ultimi si bollano col marchio di inferiori, che non capiscono, che seguono tv spazzatura, che non meriterebbero manco risposta. Chi sarà il prossimo?
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare».

Categories: Riflessioni
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