Scontro col sindaco, rimpasto, nomina dell’esperto: ecco perchè Bosco si è dimesso

Ci sono almeno tre cause che hanno spinto Antonio Bosco a dimettersi. Una di queste non vuole dirla lui e non vuole dirla neanche il sindaco: riguarda screzi tra loro due, riguarda un litigio. Come sempre la politica non è affare per i cittadini, i cittadini devono stare zitti e fare gli spettatori senza sapere cosa accade. Di certo però si conoscono le altre due cause. Una è  legata al rimpasto e al rapporto con i milazziani. L’altra è legata alla nomina dell’esperto amico del sindaco di cui Bosco non ha saputo nulla.

Andiamo con ordine. L’assessore che ha la delega ai rifiuti avrebbe lasciato perché si sarebbe sentito tradito dalla mancata comunicazione da parte del sindaco sulla nomina dell’esperto Dario Costanzo. Bosco, in pratica, avrebbe voluto essere informato su questa nomina che tanto scalpore ha creato in Consiglio comunale. Costanzo è stato incaricato di realizzare il piano di protezione civile. E secondo l’opposizione la sua nomina è stata inopportuna perchè Costanzo aveva sostenuto Rizzo in campagna elettorale e in un altro Comune aveva svolto il suo lavoro  costo zero mentre a Balestrate guadagnerà 5 mila euro. Il sindaco però non avrebbe dato peso alla procedura perché è  avvenuta a norma di legge. Anzi, si è svolta attingendo dal cosiddetto Mepa, il sistema informatico che la pubblica amministrazione usa per fare acquisti e per provare a risparmiare. Bosco però si sarebbe risentito, viste anche le polemiche, così come parte della maggioranza (Mimmo Cavataio in aula ha detto di non saper nulla della nomina) e avrebbe deciso di dimettersi per dare un forte segnale, deluso anche dalle continue voci sul rimpasto che lo davano tra i possibili licenziati dalla giunta.

L’episodio sarebbe comunque la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ormai da mesi i rapporti nella maggioranza erano tesissimi. Sappiamo tutti che questa coalizione è nata dall’accordo tra i rizziani e i milazziani. Due aree politiche con visioni diverse che hanno però trovato un accordo per le scorse elezioni. Sin dal primo giorno non sono mancati gli screzi. A innescare le prime tensioni è stato l’errore nel conteggio dei voti, un errore che ha favorito i milazziani nei rapporti di forza interni. Il ricorso di Francesco Vitale, che era rimasto fuori dal Consiglio, ha così  creato i primi dissapori.

C’è poi un secondo momento di  difficoltà della maggioranza, incapace di fare gruppo, che è venuto fuori qualche mese fa, quando il presidente del Consiglio comunale ha minacciato di dimettersi dal suo ruolo per dare uno scossone alla maggioranza. Tra i problemi evidenziati la scarsa comunicazione interna e una sorta di isolamento del sindaco da tutti i componenti. L’ostacolo è stato superato promettendo maggiore collaborazione e dialogo. Nel frattempo le dimissioni di Enza Agrusa hanno consentito a Vitale di entrare in Consiglio facendo venir meno le ragioni del ricorso (che comunque continua il suo iter al Cga). Ma neanche questo passaggio ha stemperato i toni. Perchè?

Di mezzo c’è la questione rimpasto di cui si parla da tempo. Con Vitale in Consiglio, per Rizzo gli equilibri sono cambiati ed è arrivato il momento di cambiare la giunta. Ma chi cambiare? Chiarenza è pur sempre consigliere e toglierla dalla giunta significa mettere a rischio i numeri in aula. D’Anna è espressione dello zoccolo duro dei rizziani e del programma da realizzare. In ballo restavano Bosco e Imbrunnone, ballottaggio che ha innervosito il primo, nonostante fosse ormai passato sotto l’influenza politica direttamente del sindaco. O almeno così è sembrato. Dunque a rischio sostituzione sarebbe rimasto Imbrunnone, ma i milazziani chiedevano e chiedono di azzerare tutta la giunta per poi ragionare sui nuovi innesti. In ogni caso, la richiesta è quella di indicare loro il sostituto in giunta.

Rizzo però non ha accettato e da settimane va avanti il braccio di ferro. Il sindaco sarebbe pronto a indicare Giuseppe Lombardo, uno dei grandi fedelissimi della sua area. In questi giorni si è fatto il nome anche di Claudio Chimenti, che darebbe maggiori garanzie anche ai milazziani. In ballo anche Rosario Vitale, che blinderebbe la maggioranza. Ma ancora non c’è nessuna decisione ufficiale. La sostituzione di Imbrunnone rischia di far perdere il supporto di Taormina, mentre bisognerà capire quale sarà la posizione di Gino D’Anna e Antonella Tocco che comunque al momento dovrebbero restare saldamente in maggioranza.

Le dimissioni di Bosco adesso rimettono tutto in discussione. Il sindaco oggi era a Palermo e ha spiegato di essere  stato colto di sorpresa, ma tra i suoi collaboratori c’era chi si aspettava questo gesto. Rizzo chiederà adesso a Bosco di ritirare le dimissioni, proverà a chiarirsi, ma a questo punto potrebbe anche decidere di accelerare sul rimpasto.

Il coordinamento di Balestrate Partecipatale intanto va all’attacco: “Le dimissioni dell’assessore Antonio Bosco sono il segno di una frattura politica nella maggioranza che sostiene il sindaco. Il sindaco ha il dovere di informare i cittadini sulle ragioni che hanno portato a tale decisione”.