Lungomare, progetto della discordia
Il Consiglio comunale e le sue “colpe”
Vitale: così non va, mi dimetto

C’è grande fermento a Balestrate. Nell’ultimo consiglio comunale, quello di domenica scorsa, Gabriella Vitale si è sfogata: “Mi dimetto”. Subito si è scatenato un tam tam di voci. C’è chi sostiene che “è una mossa per candidarsi in un’altra lista”, chi crede che sia “un modo per ripulirsi e prepararsi per le prossime elezioni”. A questo punto non è che le dimissioni possano avere chissà quale conseguenza. Mancano pochi mesi alle elezioni e per giunta non dovrebbero cambiare gli equilibri in consiglio. Avrebbero però una grande rilevanza politica. Sarebbero la voce di una fetta di cittadini che dice: basta, non è solo il sindaco ad avere sbagliato, è tutta la politica. Sono anche i consiglieri, loro che dovrebbero rappresentare in maniera trasparente gli interessi di tutti, i responsabili di questa situazione di degrado (a meno che non si sostiene che a Balestrate tutto va bene e noi siamo gli unici che non se ne sono accorti).

E già, perchè nell’opinione pubblica è sempre più insistente l’idea che oltre a sindaco e assessori, anche il consiglio comunale abbia le sue responsabilità. E questo sito da sempre fa questo: cercare di interpretare e spiegare i malumori, capire il perchè delle cose, parlarne.

Il sistema vuole che oltre a un esecutivo, ci sia anche un organo, il consiglio appunto, che debba prendere decisioni, sorvegliare, discutere. Il consiglio rappresenta i cittadini. Una maggioranza in consiglio prende decisioni per la maggioranza dei cittadini. È così che funziona la democrazia.

Ma quando questo consiglio ritarda nell’approvare un piano regolatore, quando questo consiglio discute su un progetto per modificarlo in base alle esigenze di pochi, quando il consiglio non si relaziona più ai cittadini, non comunica, ma agisce per altri interessi, allora sbaglia quanto e a volte più di sindaco e assessori.

Adesso si rincorrono le voci sul motivo dell’annuncio delle dimissioni di Vitale. Si vuole fare passare chissà quale messaggio. Dalle nostre parti si dice “u putiaru soccavi abbannia”. In questi anni i cambi di casacca, le alleanze anomale, gli accordi sottobanco, hanno fatto parte della “normalità” della politica locale. È diventato normale negli ultimi anni vedere l’opposizione passare in maggioranza e viceversa. Quindi tutti credono che in queste dimissioni si possa celare chissà quale intento: una nuova candidatura, un nuovo progetto politico. Nessuno pensa che invece possano significare disgusto, protesta, allarme.

Cosa è successo domenica? In consiglio è successo quello che può definirsi la diapositiva della politica balestratese. C’era un progetto che questa amministrazione sta portando avanti a nostro avviso al di fuori di ogni tipo di programmazione. C’era un finanziamento della Regione e al Comune hanno detto: massì, partecipiamo. Un po’ come hanno fatto in questi anni in estate: il programma estivo è stato un’accozzaglia di eventi, quello che capitava si inseriva, per fare contento questo o quello. E a dire il vero un po’ come è stato fatto negli anni passati: pensate al sentiero naturalistico sotto la via Segesta, alla scalinata a mare (ancora si vedono i cartellini con la descrizione dei nostri animaletti tipici, come le lucertole…): centinaia di migliaia di euro spesi per un progetto che oggi non esiste, è distrutto, malandato, trascurato, sporco.

Il progetto per il lungomare di Balestrate è andato in consiglio di gran corsa. Tanto che i consiglieri si sono riuniti di domenica probabilmente per evitare che scadessero i termini (celerità non vista per il piano regolatore, chissà perchè). Il progetto prevede illuminazone e consolidamento del lungomare. Il progetto è stato preparato da un gruppo di esperti, ma qualcuno è insorto: va modificato. Ora non vogliamo entrare nel merito delle caratteristiche di quel progetto. Muretto sì, muretto no, stile, bla bla bla.

Fatto sta, che davanti a questo progetto il consiglio comunale si è trasformato in un pool di architetti, artisti, tutti bravi a dire la propria. In realtà il diktat era uno: modificarlo. Perchè? Significativo in tal senso è evidenziare la presenza in aula consiliare dell’imprenditore Paolo Cataldo, a cui fanno capo molti stabilimenti balneari, interessati direttamente dagli eventuali lavori sul lungomare. Il suo consigliere di riferimento è Totò Milazzo, che ha fatto di tutto col suo gruppo per venire incontro alle richieste del suo sostenitore.

Beh, non è che ci sia nulla di scandaloso: ogni politico rappresenta il suo elettorato, ma fortunatamente è la maggioranza che “vince” e decide per la comunità. Più scandaloso è che il resto della truppa si sia lentamente accodata mettendo da parte quanto deciso prima e soprattutto quanto progettato da esperti.

Ma sto benedetto progetto della discordia, cosa prevedeva? In breve: prevedeva l’illuminazione, l’eliminazone dei muretti, una sorta di spazio per passeggiare a mare. Ma questo progetto non ha avuto pace. È stato modificato e modificato ancora. Fino a quando i capigruppo sembravano essersi accordati, addirittura due giorni prima del consiglio comunale di domenica, quando invece c’è stato l’ennesimo stravolgimento di pensiero. Ecco, il problema reale è questo. Neanche il consiglio comunale ha le idee chiare. Neanche i 15 consiglieri eletti dal popolo, che dovrebbero rappresentarlo, sono capaci di rispettare un’idea.

La “minaccia” era quella di non votare il progetto. Non sia mai! Tutti, sindaco in testa, col suo passato da grande ambientalista, hanno lentamente ceduto alle richieste di modifica. Quel progetto andava cambiato. Punto. Non abbiamo avuto notizie di forti prese di posizione a riguardo. L’ex assessore Vito Rizzo ha protestato contro questo atteggiamento schierandosi dalla parte di Vitale. Per il resto, attendiamo sviluppi.

È fondamentale ribadire che il problema non è tanto la modifica del progetto, anche se l’idea di ripulire la spiaggia da tutto quel cemento non è così malvagia… Il problema è l’atto politico: ancora oggi, nel 2011, la politica balestratese è succube dei diktat di un manipolo di imprenditori, di potentucci locali. Oddio vedere un politico che dice: quella strada va chiusa, punto e basta. No! A Balestrate bisogna rivolgersi al consiglio “allargato”, agli esterni, a quelli che non ci sono ma si sentono, eccome.

Ecco perchè l’unico voto contrario è stato quello di Gabriella Vitale. Persino i “giovani” del suo gruppo, De Amicis e Spica, hanno votato a favore. Persino il gruppo di Lo Piccolo ha votato a favore. Non sia mai che si dica che un progetto non è passato per colpa loro. Sì, il progetto: ma a che serve? Chi favorisce? In che programma d’intenti si inserisce? E il piano regolatore? E il piano spiagge? Adesso ci aspettiamo che tutti i consiglieri chiariscano. Speriamo che lo facciano prima delle prossime elezioni. E’ per questo che scriviamo queste cose. Per aiutare la gente a capire, non per dire che sono tutti cattivi e scemi.

Un voto contrario, quello di Vitale, seguito da un annuncio che ha fatto allarmare tutti: l’annuncio delle dimissioni. Gabriella Vitale, 200 voti presi senza nessuna promessa elettorale, senza alcun corso di formazione regalato, senza alcun favore fatto, senza alcun legame politico con nessuno, senza clientelismo più meschino, è pronta a lasciare il consiglio dopo aver lasciato la maggioranza che sostiene il sindaco, ovvero quel gruppo di persone che avevano parlato di un progetto in campagna ma che lo hanno abbandonato probabilmente per i soliti giochetti e i soliti interessi, oltre che per i suoi errori (di cui abbiamo scritto ampiamente, tranquilli, non ci ha dato soldi e non siamo passati dalla sua parte).

Lo farà davvero? Si dimetterà davvero? A questo punto non è che abbia poi così tanta importanza. Tra sette mesi si voterà e cambierà di nuovo tutto. Ma il solo annuncio di dimissioni sarà una bomba per un paese dormiente che ama solo feste e fistina e poi si lamenta se manca il lavoro e i politici si mangiano i soldi.

Il fatto più grave e se Vitale tra sette mesi non dovesse riproporsi. Perchè la gente si troverà ancora a dover scegliere tra le solite facce, ripulite da qualche nome nuovo gongolante per il suo nome in lista.

Oggi Vitale incontrerà Rizzo, De Amicis e Spica, esponenti dello stesso gruppo, Balestratesi. Parleranno, si chiariranno. Comunque andranno le cose non possiamo che schierarci dalla parte di chi ha sempre portato avanti le sue idee, ottenendo risultati con le battaglie in piazza e con atti in consiglio comunali. Che sono più silenziosi, ma credeteci, rompono le scatole ai politici davvero tanto.