L’ultima onda di Maurizio

Pubblichiamo il ricordo di un balestratese che ci ha lasciato

Non era un politico ma sapeva tirare fuori lucide analisi in due parole, senza avere paura di colpire nel segno, senza paura di fare i nomi e dire le cose come stanno. Non aveva titoli da sfoggiare, ma poteva discutere su tutto e dare la sua opinione sempre condivisibile con grande conoscenza di quello che succedeva nel mondo. Del mare custodiva i segreti più remoti. Avrebbe saputo recuperare uno spillo gettato in mare seguendone la corrente. Quando c’erano le tragedie del mare, lui aiutava nelle operazioni di salvataggio perché sapeva come si sarebbe mosso, il mare. Non indossava la giacca e la cravatta, non apparteneva ad alcuna elite, anzi: i benpensanti li sfidava e li batteva. Come? Rimanendo se stesso, non cambiando mai. Aprì un caso quando in uno dei mille biglietti d’invito a una serata danzante raffigurò Gesù scatenando un putiferio.
Ebbene sì, anche questo era Maurizio Evola. Ed era soprattutto un balestratese doc. Un suo amico, Giuseppe Bongiorno, Peppe Bacco, lo ha ricordato così: “Guai se non l’avessi incontrato nelle mia vita, guai se non avessi avuto l’opportunità di poter apprendere quello che mi ha insegnato, perché lui faceva anche questo. Uomo di grande esperienza nel bene e nel male uomo che ha saputo prendere la propria vita e gestirla come ha voluto sempre lui, nel migliore dei modi, addossandosi le responsabilità nel bene e nel male”.

Troppo facile oggi bollare Maurizio Evola con uno dei suoi mille errori, figli più di quella cultura hippi e rivoluzionaria degli anni Settanta. Ma Maurizio era altro. Per i perbenisti è più difficile ammettere che un colletto bianco è colluso, mafioso, che un politico è corrotto. Ma lui non era un colletto bianco. Ed è così che va il mondo. Vai in strada con una maglietta con falce e martello e per questo non sei credibile, non puoi dire la cosa giusta anche se la stai dicendo.
Però a loro, centinaia di giovani e adulti, amici e conoscenti, Maurizio manca già tanto. Perché era una persona da rispettare semplicemente per quello che era, perché contrariamente a tutto quello che poteva sembrare, lui era un buono. Spirito libero, sempre oltre le regole ma nel rispetto del prossimo, con una grande intelligenza.

Per questo Maurizio Evola va ricordato, come balestratese sopra le righe, non comune. Era un profondo conoscitore di musica, pronto a portare sul palcoscenico tutte le innovazioni che arrivavano da lontano. Dall’house music all’underground d’oltre oceano, riuscì ad anticipare i tempi proponendo ai locali del comprensorio artisti apparentemente sconosciuti ma tra i più importanti del settore. Fu un pioniere dei grandi eventi house. Chi si ricorda di Victor Simonelli, uno dei nomi di cui Maurizio si vantò, tra i primi e più celebri produttori dj di New York.

Per ogni iniziativa elaborava locandine sulle quali lavorava giornate intere, voleva sempre stupire tutti, superare ogni limite, andare oltre e anticipare i tempi. Di lui si racconta che fu uno dei primi a tentare il surf con una tavola improvvisata quando ancora il sogno americano era lontano per tutti. Di lui si ricorda col sorriso il tentativo di portare a Balestrate migliaia di persone per eventi che invece erano d’elite, che ancora qui nessuno poteva capire o ancora conosceva.

E quando davvero la sala era piena, lui aveva quel sorriso soddisfatto, con la birra in mano, e quel saluto con pollice e mignolo, che ora tutti agitiamo e gli rivolgiamo.