Lettera di Salvatore, giovane emigrato: “I politici stiano tranquilli, di tornare non ci penso proprio”

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera.

 

Buongiorno a tutti, ho seguito con grande attenzione questa campagna elettorale nonostante mi trovo molto distante dal mio paese. Avete capito, sono uno di quei “giovani emigrati” di cui sento tanto riempire la bocca nei comizi e per le strade. Non vi dirò chi sono perché finireste per concentrarvi sulle mie origini e parentele e mettereste da parte il problema principale che è quello del motivo per cui oggi un ragazzo debba restare a vivere a Balestrate. Avevo scritto una lettera anni fa sempre in tempo di elezioni e ora mi ripeto. Chiamatemi Salvatore.

Vado subito al dunque: io sono emigrato e non mi sognerei mai di tornare a Balestrate. Non ci sono opportunità, partiamo da questo. Tutto ciò che si libera e che potrebbe rappresentare una svolta lavorativa viene accaparrata dai soliti noti. Tutto è visto come un favore. La possibilità di coltivare un’ambizione è minima. Sono certo che queste parole faranno sollevare in piedi i soliti tuttologi pronti a intervenire su tutto e tutti, per dire che loro ce l’hanno fatta, che quello che dico non è vero. La verità è che la possibilità di restare è affidata alla fortuna di un cognome, di una situazione, di una circostanza comunque indipendente da meriti e competenze. Io fuori da Balestrate ho avuto riconoscimenti e soddisfazioni professionali impensabili. In paese ero il punto di riferimento di politici o presunti tali impegnati anche in questa tornata elettorale che promettevano mari e monti e quasi quasi ci sono cascato. Perché è vero, quando ci si culla sulle promesse, si mette un freno ai propri sogni.

In questo vivere quotidiano scandito dalle feste, dalla calma di paese, si arriva a livellare la propria aspirazione si rimane schiacciati dall’amore per Balestrate. Perché alla fine, credetemi, l’amore per Balestrate resta sempre, al di là dei parenti e degli amici che lasciamo. La nostalgia è sempre tanta, ogni volta che riparto dopo aver trascorso le vacanze ho sempre quel senso di smarrimento, di tristezza, e non riesco a farci mai l’abitudine. Per questo oggi provo rabbia quando senti nei comizi dei ragazzini parlare di cose di cui non sanno minimamente nulla, oppure stimati professionisti che al Comune hanno incassato fior di quattrini ora parlare come paladini del bene, folgorati dalla luce delle cose giuste. Interi post sulle parolacce, discussioni sterili su chi è il cambiamento e chi non lo è. Candidati che per anni hanno sguazzato nel clientelismo, utilizzando i voti dei balestratesi come mezzo per ottenere ricompense dai politici regionali che oggi dal palco parlano di sviluppo. Gente senza dignità che si permette di parlare anche a nome mio sostenendo di voler fare di tutto per consentire di tornare a chi, come me, per lavoro è stato costretto a partire. No, cari politici io sto bene qui e di tornare proprio non ci penso.