Il turismo non è finito: nove (s)punti per ripartire subito

Chi lavora nel turismo, e fa del turismo l’unica risorse di sostentamento, è uno dei pochi soggetti in grado di valutare meglio tutte le scelte che possono favorire il settore. Addirittura legittimato più di chi amministra e fa politica, perchè ha un interesse diretto e concreto: se si fanno scelte sbagliate, non si guadagna. Per questo chi lavora nel turismo deve essere per Balestrate un punto di riferimento: perchè vuole e deve fare le scelte migliori e se così sarà, grazie a lui il paese migliorerà.

L’emergenza del coronavirus ha praticamente bloccato la maggior parte delle produzioni. Tutti i mercati sono fermi e tra questi c’è ovviamente quello del turismo. In questo caso, però, la situazione è particolare. Premesso che al momento regna l’incertezza più assoluta su tempi e scenari, a mio avviso ci troviamo come nella formula uno quando entra in campo la safety car. Cioè siamo nuovamente tutti allineati, praticamente ogni distanza è azzerata.

Eppure l’estate è alle porte e nulla è scontato. Gli annunci del governo fanno ben sperare sul ritorno al mare…
Come fare, oggi, per prepararci quando tornerà a sventolare la bandiera e si ripartirà? Nessuno ha la bacchetta magica, ma certamente ci sono riflessioni che tutti possiamo fare. E qualcuno altrove sta già lavorando…   Anche in Sicilia sono in corso prime iniziative, a questo link un bel servizio.

1) Prima di tutto bisogna fare squadra, mettere da parte ogni rivalità e comprendere che qualsiasi sarà la scelta, o si agisce in gruppo o saremo annientati.

2)Seconda cosa, bisogna guardare avanti, volgere lo sguardo ai prossimi mesi, a quelli che potrebbero essere gli obblighi introdotti, a quali clienti intercettare nell’immediato, a quali iniziative guardare.

3)Pensare di poter sopravvivere solo di aiuti è una scelta miope e kamikaze. Se mai la Regione acquistasse posti letto, simulando prenotazioni, per finanziare le strutture ricettive, l’intera comunità non beneficerebbe di presenze vere sul territorio. Cioè sarebbero solo posti letto ma non reali presenze, i vari bar ristoranti e negozi non ne avrebbero ritorno. Ecco il primo punto: bisogna ragionare di squadra.

Quanto durerà la paura? Durerà, durerà, e andrà di pari passo con le misure di sicurezza che per circa un anno resteranno in vigore prima di tornare alla vita di sempre. Come combattere la paura?

4)Quali categorie di persone nel prossimo futuro potrebbe garantire una immunità al virus, coraggio, voglia di riposare, e approfittare di una vacanza senza paura del virus? A me viene subito in mente la categoria dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari tutti che sono davvero tanti. Sottoposti E allora perché non bruciare tutti e iniziare ad allacciare ora dei rapporti con gli ordini professionali e associazioni di categoria per anticipare i tempi e lavorare a delle proposte vantaggiose?

5) Ci sarà bisogno di pulizia, tanta pulizia. Bisognerà garantire sanificazioni continue. E avranno dei costi. Perché non consorziarsi, passare dalla fase dell’associazionismo a una forma cooperativistica in cui il nuovo soggetti si possa occupare di sanificazione, pulizia e interventi, in modo da andare oltre l’intermediazione e garantirsi a un prezzo stracciato questo servizio?

6) La forma cooperativistica garantirebbe inoltre la possibilità di acquistare prodotti come mascherine, dispenser di igienizzanti e materiale mono uso in quantità maggiore rispetto a quella che ogni singola struttura potrebbe prendere, e dunque a prezzi più vantaggiosi.

7) La stessa forma di consorzio garantirebbe anche maggiori possibilità di approvvigionamento del prodotto più ambito nei prossimi mesi: il test di positività. Sapere se si è infetti o meglio ancora se si è immuni sarà l’elemento centrale di tutto. Una struttura covid-free, capace di assicurare la presenza di soggetti immuni, avrà nel breve periodo un richiamo non indifferente nel breve periodo.

8) Gli eventi di massa come sagre e concerti per molto tempo difficilmente potranno tenersi, e tante altre strutture anche nelle grandi città saranno fallite, chiuse o inaffidabili, non riuscendo a tenere più il passo. In questo contesto, pur potendo offrire poco sulla base delle limitazioni, Balestrate potrebbe trovare finalmente quel ruolo di base logistica per spostamenti e visite guidate in tutta la Sicilia.

9)Attenzione però: vivremo sempre con una sorta di clima di incertezza e dunque dimentichiamoci caparre e acconti per un bel po’. Con l’occasione, però, magari inizieremo delle contrattazioni dirette che ci consentiranno di abbandonare inizialmente portali che chiedono alte percentuali di commissione.

Inizialmente sarà comunque un turismo di prossimità, e noi dovremo essere bravi a intercettare la parte buona di questi flussi. In Sardegna stanno già attrezzandosi per studiare una strategia e partono da un dato: secondo un sondaggio solo il 7 per cento degli intervistati dice che assolutamente non farà una vacanza, gli altri ci sperano. E dal governo nazionale rassicurano: andremo al mare.

Servirà tanta pubblicità e una capacità aggregativa con tutto il territorio dove però troveremo una competizione sfrenata. Siamo in grado di innescare un dibattito pubblico e proficuo a Balestrate su questi aspetti?

Insomma, i presupposti ci stono. Ripartire subito con la marcia giusta significa riuscire a programmare e prendere il largo quando la situazione tornerà alla normalità. Ma ci vorrà tempo, tanto tempo, e non ci saranno aiuti dal cielo che terranno. Chi starà al passo andrà avanti. Solo un’ultima cosa: pensare minimamente che possano essere la pubblica amministrazione e la politica a trascinare gli operatori del turismo in questa fase è un pensiero folle. Non avverrà mai, dal pubblico arriveranno solo aiuti tampone che in certi casi rischieranno di drogare il mercato piuttosto che aiutarlo a ripartire. Riflettiamo tutti insieme su questa situazione. Buon lavoro e in bocca al lupo a tutti.